Il cittadino trasparente – Come posso prevenire lo spionaggio dei miei dati?
Tutti i giorni siamo costantemente sorvegliati da sistemi di sicurezza, ma molto spesso siamo vittime degli stessi, come ha osservato George Orwell tanto tempo fa, sia pure in modo divertente.
“La vita sarebbe migliore senza internet?” – Questa è una domanda che è stata sollevata molto spesso negli ultimi anni dalle associazioni di sicurezza. La reazione automatica ad ogni scandalo riguardante l’uso improprio dei dati degli utenti sembra essere la colpa immediatamente dei social media come Facebook, Google etc, l’avida economia e l’occhio sempre vigile degli stati uniti.
Social media: il desiderio dell’auto-rivelazione
Mentre le persone tendevano a comunicare direttamente di persona, in passato, Internet si è ormai affermato come il principale mezzo di comunicazione per molte persone. Per le persone di tutto il mondo, è diventato un luogo comune per scrivere una e-mail a un partner commerciale, caricare una foto della vacanza o avere voce in capitolo su un tema caldo su Twitter. E’ la natura umana quella di comunicare e di rivelare dettagli personali (a vari livelli). Tuttavia, a differenza di conversazioni tradizionali, in cui le persone dimenticano le proprie discussioni, Internet non dimentica mai.
E’ davvero giusto dare la colpa ai social network per consentire ad altri di spiare le personecondividendo i propri dati con gli altri? Dopo tutto, sono gli utenti stessi che condividono i propri segreti ed informazioni. Non vi è alcuna necessità di una tecnologia di intelligence specializzata a estrarre informazioni delle immagini del profilo, quando una applicazione smartphone fornisce nelle proprietà dell’immagine (o l’utente stesso aggiunge manualmente) questi dettagli come descrizione. Una volta pubblicata, è praticamente impossibile da rimuovere completamente, qualsiasi cosa da Internet in generale. Questo è soprattutto il caso dove Internet non come una strada a senso unico che va da A a B, ma è una rete quasi infinita di computer e server che conservano i pacchetti che sono scambiati. Tutto ciò che viene pubblicato su un profilo social media ha una probabilità maggiore di propagazione attraverso il cosiddetto “marketing virale”, il successore digitale del buon vecchio “passaparola”.
Cosa succede a stare su Internet
Algoritmi tentano di rilevare parole inusuali nei dati in passaggio in tempo reale. Tu pensi di non aver niente da nascondere, ma questo non significa che appari innocente, come evidenziano numerosi report su scala mondiale.
E’ di poco aiuto dire che i tuoi dati sono di informazione privata se l’utente non è consapevole delle tracce che lascia su Internet. Le iniziative di individuali, come German politician Malte Spitz, che ha fatto causa più di 6 mesi di suoi dati personali memorizzati, serve come monito di quanto è grave la situazione.
Il nostro consiglio:
Tratta sempre i tuoi dati con qdeguata cura. “Internet” può solo distribuire, conservare ed analizzare ciò che circola da diverse risorse. Quello che scegli di condividere rimane a tuo carico. Se il tuo lavoro ti obbliga ad avere un portale sui social media, rimane sempre il rischio che i tuoi amici e conoscenti possano rivelare dettagli sul tuo conto e sulla tua vita (non necessariamente in modo malvagio) o taggandoti in una foto a un party.
- 2007
NSA Prism inizia un programma di sorveglianza e raccolta dati - 2008
Violazioni nel sistema di sicurezza di Telekom in Germani abilitano l’accesso non autorizzato a dati personali di oltre 30 milioni di clienti - 2009
Google cambia le impostazioni della privacy dei dati senza dirlo a nessuno - 2010
Facebook invia informazioni degli utenti alle compagnie pubblicitarie - 2011
Violazione dei dati nei server di Sony: 24.6 milioni di account violati da Sony Online Entertainment - 2012
Schufa, the General Credit Protection Agency chiude un progetto mirato, tra le altre cose, among others things, a fare uso delle informazioni di Facebook per il calcolo del reddito - 2013
NSA Prism richiede l’accesso ai server di diverse piattaforme come Google, Apple e Facebook
Presta sempre attenzione dove navighi e dove clicchi, specialmente quando entri nei portali. Per esempio, se dimentichi di uscire da Facebook, un plugin di esso (che ti abilita a commentare i contenuti) abilita il tuo tracciamento completo e associa i dati online direttamente alla tua persona. Dopo che sei uscito devi fidare quseti plugin tramite il trattamento dei dati e chiedendo di non inviare agli operatori network nessun tuo dato senza il tuo consenso.
Il nostro consiglio:
Non affidardi esclusivamente nel metodo di criptazione dei messaggi (i dati meta rimarranno comunque visibili!), che i providers promettono. Utilizza un servizio per rimanere anonimo, come TOR, non sono, tuttavia, semplicissimi da usare. L’idea di tenere i dati importanti separati dal computer e senza internet non è nuova daltronde, comunque non è facile mantenere questi dati offline, anche con il crescente aumento degli smartphones.
L’unico modo di rimanere 100% certamente sicuri è di non pubblicare i propri dati privati online e di disconnettersi quando si esce. Ultimamente siamo responsabili di ciò che pubblichiamo e di ciò che facciamo con le informazioni degli altri. Lo dobbiamo spiegare ai nostri conoscenti come gli spieghiamo di stare attenti alle ricerche web o ai banner, è nostro compito informare che è pericoloso condividere troppe informazioni di se col mondo intero.